Un nome? Una parodia? Un gioco di parole? Molto, ma molto di più.
Qual è il motivo per cui una coppia si forma? Restiamo davvero affascinati dal poter disquisire di design o di fisica quantistica con l’interlocutore o l’interlocutrice? Davvero l’aspetto esteriore non conta ma noi guardiamo dentro la persona andando oltre le fattezze del corpo o del viso? Siamo certi che la serietà e la parvente correttezza e affidabilità siano ciò che attrae nell’instaurare una relazione affettiva con un altro essere umano?
A mio avviso no.
Il solo ed unico elemento è l’attrazione fisica, la quale, come ben sappiamo, per fortuna non possiede né canoni né tantomeno crismi definiti o definibili; pertanto non possiamo sapere da cosa saremo attratti, la sola cosa che possiamo sapere è da cosa non ci sentiremo in alcun modo attratti.
Pertanto, nella parte iniziale di una relazione, i due componenti non hanno – l’uno per l’altra – apparentemente difetti, non commettono errori e possono godere di una infinita riserva endocrina di libido che li porterà a fare sesso in ogni condizione, compreso le situazioni più assurde che renderanno il tutto ancor più piccante.
Questa è la fase che io chiamo “il trimestre della pornostar”, una fase nella quale la donna, ancor più dell’uomo, si dedica al sesso con una frequenza ed una passionalità assolutamente insolita esplorando l’erotismo con bramosia di novità alla scoperta del corpo del partner. In questa fase la donna farà e si lascerà fare cose inenarrabili che poi finirà per negare nel resto della vita di relazione, presa come fosse da una sorta di trans mentale ipnotico dal quale, fortunatamente, è uscita illesa svegliandosi appena in tempo pronta a riprendere il possesso e controllo delle sue emozioni.
Anche l’uomo però ha un buon ruolo deterrente. Alcuni di questi infatti, presa coscienza del termine del “trimestre della pornostar” in modo brutale (spesso accade una sera rientrando di trovare una donna di mezza età vestita con un pigiamone di flanella tipo “teletubbies” al posto della giovane e provocante mistress in guepiere di pelle e pizzo nero e tacco 14 che si era lasciata la mattina stessa adagiata seminuda su un letto) altro non faranno che adeguarsi al nuovo schema, indosseranno la canottiera bianca “della salute”, si piazzeranno in bocca il proverbiale stuzzicadenti e si metteranno – per sempre – a guardare la tv.
Quale nuovo schema si sarà adottato? Quello genitoriale. Involontariamente, il 90% delle coppie in Italia, finisce per riprodurre uno schema visto in famiglia, fatto di assenza di tenerezze o attenzioni fisiche pubbliche, di rutti e birre che accompagnano le serate casalinghe e di donne che pian piano ingrassano incolpando la tiroide o la pre-menopausa indossando sempre lo stesso grembiule con su scritto “la mamma è la migliore cuoca del mondo”.
Ci siamo mai fermati a pensare se abbiamo avuto genitori felici? Stabili sì, lavoratori indefessi sì, votati al dovere prima del piacere sì… ma felici? Ce lo siamo davvero mai chiesto? Non abbiamo mai pensato che, a loro volta, altro non hanno fatto che seguire il loro modello genitoriale fatto di affrontare problemi uno dopo l’altro dimenticandosi del loro personale piacere e della loro stessa persona?
Qualcuno, prima o poi, dovrà spezzare questo sterile ed inappagante trasferimento generazionale della tristezza e del senso di colpa.
Quel qualcuno è un Sex and the Coach, quel qualcuno sono io.
Perché io?
Ho forse doti sessuali sopra la media? Ho avuto solo successi in amore? Ho doti di seduzione sopra la media? Ho la pretesa di ergermi a docente perché convinto di essere migliore dei miei futuri interlocutori?
Nulla di tutto questo.
Io sono come ognuno di voi; ho solo avuto fortuna.
Ho avuto la fortuna di conoscere le persone giuste, di frequentare i corsi universitari giusti, di leggere i libri giusti, di fare le esperienze giuste, di studiare gli argomenti giusti e di fare gli errori giusti in modo da farmi una idea tutta personale del problema…perché di vero problema si parla.
Applicate le mie teorie ed il mio metodo sulle persone ho permesso loro di vedere il problema da una angolazione diversa e tutto è andato con naturalezza nella direzione giusta.
Per taluni la direzione giusta è stata decidere di separarsi, per altri di rimettersi insieme, per altri ancora invece è stata il consolidare la relazione riprendendo ad eccitarsi stuzzicandosi vicendevolmente come adolescenti riscoprendo ciò che guida dall’interno ogni relazione: l’eros.
Il tutto è frutto di anni di studi, di anni di eat-coaching puro nel quale ho appurato che il cibo viene usato al posto di altre forme di piacere più ansiogene e apportanti maggiori timori prestativi; il tutto è intriso di visione distorta del proprio corpo, convinzioni errate sulle proprie fattezze estetiche, convinzioni assurde come l’importanza dei “preliminari” per la donna quando invece sono importanti esclusivamente per il sesso maschile; vi sono inoltre problematiche legate alla pornografia, alla mercificazione sessuale, alla identificazione o competizione o emulazione di gesti e atti sessuali non reali ma fattibili solo davanti a una videocamera che contrastano con la sempre più dilagante perdita di identità sessuale e di interesse per il sesso visto in alcuni casi come atto “sporco” da un punto di vista religioso o “preistorico e barbaro” da talune culture new-age che si ispirano ad una vita di sola meditazione e nutrizione grazie alla energia cosmica e alla fotosintesi clorofilliana in cui, l’eros, finisce per riportare l’uomo all’età della pietra in quello che si vorrebbe fosse il suo percorso evolutivo verso la luce.
A chi si rivolge il coaching specifico?
- A singoli, uomini o donne, che non riescono a capire il partner ed il suo allontanamento fisico ed i suoi comportamenti sempre più freddi e distaccati.
- A singoli che, pur dichiarando di amare il partner, hanno permesso allo schema genitoriale e alla quotidianità di spegnere il fuoco che ardeva dentro di loro allontanandosi fisicamente dal partner e smettendo di desiderare una vera intimità.
- A singoli stanchi delle continue “avances” del partner che non capiscono che, in altre condizioni, ciò sarebbe stato visto come una forte conferma dell’attrazione fisica.
- A singole che involontariamente hanno messo il sesso nell’elenco dei “doveri quotidiani” alla stregua della lavatrice o dello stirare la biancheria.
- A coppie che dichiarano di amarsi ma che vivono un rapporto freddo e distaccato in cui il controllo e la ragione dominano anche i rari e sporadici momenti sessuali che vengono vissuti senza alcun trasporto erotico e previa programmazione puntigliosa dei tempi e delle modalità.
- A singoli che vivono la fase che io chiamo “dell’impollinatore”, fase in cui la convivenza con una donna che ha deciso di essere madre diventa impossibile; da ricordare che la donna, quando decide che E’ ORA DI AVERE UN BAMBINO, spesso dimentica che il sesso dovrebbe essere un atto volto al piacere, in questa fase spesso, non si accorge di “usare” il marito per tutto il periodo fecondo, per poi ignorarlo per gli altri 20 giorni nei quali, egli, si sentirà come un complemento d’arredo della casa.
- A donne che da anni cercano di rimanere incinte ma che sono entrate nello schema “mamma” non capendo che il corpo, in tal modo, blocca per sopraggiunti limiti di ansia la fertilità impedendo la tanto cercata gravidanza. Come ognuno dei lettori sa, la donna in questione, resta incinta sempre e solo dopo essersi rassegnata ed aver adottato un bimbo.
- A coppie che, dopo essere diventati genitori, faticano a riprendere il proprio ruolo di amanti sfrenati e che vivono con l’orecchio sintonizzato con la stanza del bimbo nel caso dovesse svegliarsi o piangere.
- A coppie che hanno rimosso la loro “scena primaria” (la prima volta che, da bambini, hanno visto o percepito i genitori fare l’amore) e vivono nell’enorme imbarazzo o paura vera e propria di essere colti sul fatto dalla prole durante un atto sessuale.
- A singoli che, dopo aver visto la moglie durante il parto, non sono più in grado di disinserirla dal ruolo materno e faticano a rivederla come puro oggetto sessuale (da intendersi nel senso benefico del termine).
- A singoli/e che si sentono prossimi al tradimento perché sempre rifiutati dal partner.
- A coppie e singoli che temono il tradimento del partner.
In sintesi, la consulenza, è rivolta a tutti coloro che, nella relazione, capiscono che c’è qualcosa che non va ma non riescono a capire cosa ed è rivolta a tutti coloro che non ci stanno, che sentono che l’amore non può essere tutto qui, che non si parla di inferno o paradiso o vita post-mortem ma che l’aspettativa era un’altra, che il sogno era un altro e che c’è una speranza. Esiste la speranza di creare la propria felicità e vivere ogni giorno come fosse un dono godendo appieno del proprio corpo e dei propri istinti innati? Io so che si può; basta solo aver voglia di abbandonare per un attimo la propria zona di comfort e uscire da uno schema… tranquilli, se non dovesse piacervi il paradiso che si cela ai vostri occhi fuori dalla vostra corazza, potrete sempre rientrare nel vostro schema, ma sono certo che ognuno che avrà la possibilità di vedere, sentire, annusare, toccare, gustare l’erotismo con tutta la propria essenza si guarderà bene dal permettere ai grigi e freddi schemi genitoriali di impossessarsi nuovamente della sua vita.
Ricordate, sul letto di morte nessuno di noi ricorderà di non aver pulito il lavello di acciaio in modo impeccabile o di non aver mangiato abbastanza pizze… a noi mancheranno soltanto gli abbracci non dati e quelli non ricevuti.